Teatro

Al Teatro di Milano un musical contro ogni guerra

Al Teatro di Milano un musical contro ogni guerra

Al Teatro di Milano, il "salotto della danza" apre la stagione con un musical tratto dal celebre romanzo pacifista di Irwin Shaw. A condividere il palcoscenico, alcuni artisti affermati insieme con giovani promesse del teatro musicale italiano.

Quasi cinquant’anni dopo Hair, arriva dal mondo del teatro un nuovo e universale messaggio di pace. Diglielo a tutti è un nuovo musical, tratto dal celebre romanzo pacifista di Irwin Shaw, intitolato Bury the Dead.

Si tratta di uno spettacolare show pieno di energia, con sedici artisti che lanciano il loro monito contro ogni guerra. Diglielo a tutti… il musical , scritto e diretto da Paolo Barillari, con la collaborazione di Maurizio Barillari, sarà in scena dal 2 al 4 ottobre, al Teatro Di Milano (via Fezzan, 11), il "salotto della danza", che per la prima volta si apre al musical per volontà di Marco Daverio, direttore del teatro.

In scena, otto performer già affermati nel panorama del musical italiano, insieme ad altrettanti giovani talenti, appena usciti da accademie di musical, o scuole di canto e danza. La scelta è avvenuta in ottemperanza allo statuto del comitato "Amici di Pavi” (fondato il 16 giugno 2004 per ricordare la passione per la musica di Francesco Pavia -"il Pavi" per gli amici- venuto a mancare prematuramente nel 2004), che insieme a Maurizio Barillari ha finanziato il progetto, e che si propone di dare alle nuove leve del teatro musicale italiano una concreta possibilità di espressione artistica. Nel cast, quindi, oltre allo stesso Paolo Barillari, che si è ritagliato nel musical il ruolo del narratore, sono presenti artisti con esperienze di grande richiamo nell'opera popolare e nel musical: Mattia Inverni (Notre Dame de Paris), Giò Tortorelli (Dracula Opera Rock, Peter Pan il musical, Romeo e Giulietta - Ama e cambia il mondo), Michelangelo Nari (Siddartha - Il Musical) e Simone De Rose (Grease, Cats).

Bury the Dead è stato scritto dal drammaturgo americano Irwin Shaw nel1936. Erano gli anni terribili tra le due grandi guerre mondiali, in cui tutto il mondo aveva preso coscienza dell'orrore di un conflitto che aveva coinvolto tutto il globo. Di fronte all'avanzare dei totalitarismi e al progressivo sgretolarsi di una prospettiva di pace duratura, Shaw raccontava nella sua opera surreale la tragedia di alcuni soldati, morti in un'ipotetica guerra combattuta dall'esercito americano. I malcapitati, all'improvviso si alzano dalle proprie tombe, ma non si tratta di una risurrezione vera e propria. E' un atto di protesta formale contro la guerra e contro il dolore che la morte causa nelle famiglie e in tutta la società.

Il successo del dramma fu immediato e Shaw divenne uno degli scrittori più amati -e al tempo stesso odiati- del panorama letterario americano. Il maccartismo colpirà duramente anche lui: anni dopo, a causa delle sue ideologie, sarà costretto a emigrare in Europa, e più precisamente tra la Francia e la Svizzera, dove si spegnerà negli anni Ottanta al termine di una lunga e brillante carriera.